Lettura e pigrizia
Tempo di permanenza su una pagina
Aumenta continuamente il numero di navigatori, in italia e nel pianeta. Molti se ne compiacciono. Però, il comportamento dei navigatori, almeno per quanto riguarda i tempi di permanenza su una pagina, non muta. In italia, da tre anni, il tempo medio di permanenza su una pagina è di circa 30 secondi. Tolti il tempo di scaricamento della pagina e il tempo necessario all’orientamento (dove sono?, da dove vengo?, dove vado?), per capire se quella pagina è quella giusta e per leggerla, quanto resta al navigatore?
Le medie sono sempre basse, si sa. Proviamo ad alzarle, togliendo
alle statistiche i dati dei portali (che hanno il reach più
alto e i tempi di permanenza più bassi), così da considerare solo
i dati dei siti istituzionali. Da 30 secondi si può, al massimo, arrivare
a 120. Una bella ricompensa per gli sforzi editoriali di questi
anni. Qual è quel contenuto che può essere assimilato in due minuti?
Quale scopo hanno ottenuto i contenuti pubblicati nell’era della new
economy? Tutta colpa dei navigatori impazienti?
No. I navigatori non sono impazienti: stanno mediamente su un sito per 8 minuti
e aprono 16 pagine. Evidentemente, navigano a vuoto, cercano e non trovano,
credono di trovare un contenuto e ne trovano un altro. Il tempo passa, la bolletta
sale, il nervosismo cresce.
Il presupposto dei misuratori
Chi misura il traffico web accredita il navigatore di una pazienza
molto maggiore. Il software di tracciamento Web Trends Log Analyzer,
per esempio, fissa in trenta minuti il tempo massimo di permanenza
su una pagina. Naturalmente, nessuno può sapere se in quei trenta minuti
il navigatore legga oppure no, però è indicativo che un progettista
gli conceda quel tempo. Altrettanto indicativo è che questo lasso di
tempo sia stato definito idle-time-limit, cioè ‘tempo
limite della pigrizia’. Dunque, sembra proprio che, accanto alla concessione
di un tempo ragionevole per la lettura, il progettista abbia anche avanzato
il sospetto che il navigatore che sta per trenta minuti su
una pagina non legga per tutto quel tempo. Cioè che
sia pigro.
Forse meno ottimistici sono stati i progettisti del software di misurazione
della navigazione adottato da Onetone Research per le sue ricerche:
concedono al navigatore solo dieci minuti di ‘pigrizia’.
Come, questi software, comprendono che il navigatore ha speso tutto il tempo
che gli è stato concesso? Semplice: se il navigatore non clicca, è
segno che sta leggendo. Se non clicca, è fermo, e se
dopo dieci (o trenta) minuti è ancora fermo, vuol dire che è inattivo,
e la sua sessione viene considerata scaduta. Però ci può essere
una pagina che richieda più di dieci (o trenta) minuti per essere letta.
Diciamo, per non sbagliare, che un contenuto complesso, adeguatamente strutturato,
appropriatamente scritto potrebbe facilmente richiedere più di dieci
minuti di lettura. Evidentemente, però,i progettisti di questi software
hanno considerato che il caso, per quanto possibile, sia molto raro, addirittura
ininfluente rispetto alla media, che è ciò che
si propongono di misurare.
Conclusioni
Una prima conclusione (seria e faceta) è
che il buon lettore di un buon testo viene considerato automaticamente
pigro, tendente all’inattivo, e statisticamente irrilevante. A questa
conclusione fa da specchio la considerazione che il navigatore medio, statisticamente
rilevante, è molto attivo e legge velocemente.
La seconda conclusione è che il navigatore statisticamente
rilevante per i software di misurazione è statisticamente irrilevante
nella realtà, dal momento che fra i dieci minuti che ha a disposizione
e i trenta secondi che impiega c’è una bella differenza. A questa
conclusione fa da specchio la considerazione che per avere navigatori statisticamente
rilevanti, i siti devono mettere in rete contenuti assimilabili
in dieci minuti.
La terza conclusione è che contenuti dei siti, a giudicare
dai trenta secondi di media, sono di livello qualitativamente irrilevante,
oppure siano di buon livello ma molto ben nascosti in siti che richiedono una
estenuante navigazione a vuoto. A questa conclusione seguono
alcuni dubbi: le difficoltà della lettura a schermo sono una giustificazione
o un alibi? il navigatore è davvero pigro? non è che si sia solo
spazientito? non è che, così com’è, il web sia impossibile
(da sopportare)?