L'^affaire^ NavigAbile.it: ma l'abigeato non è più un reato
Il progetto NavigAbile
La Fondazione italiana Accenture mette in linea a maggio 2004 un progetto dai contenuti innovativi: "NavigAbile". La finalità è quella di "fornire, principalmente a bambini e ragazzi con disabilità motorie e di comunicazione, una modalità innovativa per comunicare e per accedere ai contenuti del web". Il sito si fregia della tripla conformità agli standard W3C:
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WAI - AAA
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W3C - CSS
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W3C - XHTML 1.0
La lista webaccessibile
Il 19.5.20004 un post della lista Webaccessibile sottopone all'attenzione della lista il sito NavigAbile.it. Il 21.5.2004 un successivo post dichiara:
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di aver visitato il sito di navigabile.it;
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di aver riscontrato, in riferimento alle dichiarazioni di massima adesione agli standard WAI in materia, "affermazioni non corrispondenti al vero ed in grado, per di più, di generare confusione in chi si trovasse a leggerle";
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di avere quindi inviato una mail ai responsabili del sito evidenziando tali circostanze e rimarcando la gravità della cosa per "un portale come questo dedicato all'accessibilità", invitandoli "a prender parte alla discussione nella lista webaccessibile [...] così da permetterci di sentire la Vostra campana e di condividere con Voi la nostra esperienza";
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di aver prontamente ricevuto "una cordiale e costruttiva telefonata" da parte del project manager dell'intero progetto Accenture, seguita poco dopo da mail nella quale il responsabile tecnico del progetto comunicava di voler "condividere [...] alcune riflessioni e magari [...] incontrare" l'estensore della verifica, "sia per ripercorrere insieme l'accessibility statement in modo che non vi siano ambiguità o inesattezze, sia per verificare se vi sono punti da chiarire sull'accessibilità del sito www.navigabile.it".
E per fortuna che l'abigeato non è più un reato ...
Non so voi, ma io leggo la successione degli eventi in questo modo:
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una grossa, ma proprio grossa, società internazionale decide di impiegare un bel po' di soldi in un progetto web dedicato a utenti con disabilità motorie e di comunicazione;
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chi realizza il sito dichiara la piena conformità allo standard tripla A WAI [Web Accessibility Initiative], il massimo in materia;
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sfortunatamente le cose non stanno così, ma ovviamente nessuno alla società sa di cosa si sta parlando;
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qualcuno scopre l'arcano, denuncia pubblicamente la cosa e scrive al responsabile del progetto invitandolo cortesemente a volersi esporre al pubblico ludibrio in lista;
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il dirigente risponde proponendo a chi gli ha scritto di collaborare per rendere questo benedetto sito accessibile [magari prima che qualcuno ai piani alti se ne accorga ...].
Ora: non so francamente dire se chi ha avuto la bella pensata di dichiarare la tripla A è stato cacciato a pedate [forse non era possibile], come non so se Accenture ha chiesto una consulenza al firmatario del post del 21 maggio su Webaccessibile e se questa consulenza è stata, o sarà, fornita.
Se così fosse - ripeto, se così fosse -, non avrei dubbi: ciò a cui abbiamo assistito è una chiara, limpidissima ipotesi di abigeato. E per fortuna che il reato è stato depenalizzato nel 1999 ...
Avvertenza.
Questo intervento ha provocato la reazione del firmatario della mail a Accenture del 21 maggio 2004, Roberto Castaldo. Suggeriamo per completezza di leggere:
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il post di R. Castaldo [3 giugno 04];
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la risposta in lista di L. Spallino [3 giugno 04];
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la replica di R. Castaldo [3 giugno 04].
Questo pezzo è stato interamente riscritto privandolo di ogni elemento [ironia, sarcasmo] che potesse in qualche modo suggerire chiavi di lettura che assicuro non volute. Il nuovo pezzo è intitolato:
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Accessibilità, bollini e liste di discussione [07 giugno 2004]